DC, lavori || 6 aprile 2012
roberto pugliese/kinetik orchestra
Roberto Pugliese, Kinetik Orchestra, 2011, metallo, plexiglass, magneti, circuiti, 120 x 70 x 20 cm, courtesy dell’artista e Galerie Mario Mazzoli, Berlin
dal testo di Pierluigi Basso Fossali apparso su Semioticaviva:
[...] Entrando nel padiglione Schiara, DC 2 ha offerto una schietta serie di opere sotto l’egida di un titolo Contractions: l’opera tra implosione energetica ed espansione di senso (a cura di Daniele Capra). La contrazione può essere vista come uno spasmo, atto irriflesso ed episodico di un corpo, ma anche come un ripiegamento, una riduzione dell’estensione spaziale che costringe il dispiegamento di un’identità a una presenza espositiva ridotta. La contrazione è così un’intensificazione temporale e una riduzione d’estensione spaziale, una costitutiva contraddittorietà espressiva, sospesa tra il carattere eclatante ed eventualmente sintomatologico dello spasmo e il ripiegamento dell’essere [...]
[...] All’interno del padiglione Schiara acquista allora quasi un ruolo di deliberata infrazione pertinenziale il porre Kinetik Orchestra di Roberto Pugliese, un’installazione musicale che ci guarda, che rompe il nostro silenzio religioso, che contatta la nostra presenza rompendo un dominio visivo che pensa di poter conservare le distanze e l’iniziativa commemorativa. È una musica percussiva che si aziona al passaggio dello spettatore e che protesta il fatto che le opere non sono mai deposte definitivamente; è una parete frontale di suono che ricorda che nemmeno una foto satellitare o una cartolina funebre sono a distanza incolmabile dalla presenza in vivo. Kinetik Orchestra fa bloccare il passo allo spettatore, facendogli temere che, oltre all’azionamento, tutti i passi successivi saranno occasione di nuove perturbazioni sonore. Così, l’imperterrito procedere delle scansioni ritmiche si pone come “passo sostitutivo” e come rottura dell’interazione, vista l’assunzione di un’iniziativa autonoma, non più controllabile. L’opera intercetta prima di essere intercettata e la frontalità del dispositivo resta un totem privo di volto che si anima di vita propria: rottura di rituale, ritrattazione della cortesia del “sacro” che normalmente ci guarda e tace, lasciando che lo si preghi di dire nel mentre viene riempito solo di parole [...]
l’opera è stata realizzata appositamente per la mostra contractions, a cura di daniale capra, sass muss, padiglione schiara, 17 settembre-16 ottobre 2011