cultura: un motore per la montagna – la conferenza, casso, 27 febbraio 2015
e venerdì 27 a casso si è lavorato ancora, con cultura: un motore per la montagna, evento reralizzato grazie alla provincia di pordenone, in collaborazione con la provincia di udine e la fondazione dolomiti unesco.
e le reti si sono incrociate ancora, come spade, verrebbe da dire (lode al duello), e questo spazio-motore alto quassù ha dato un altro tremito, e ci siamo chiesti, e abbiamo domandato agli amministratori presenti: sarà mica già l’unico tremito, quest’anno nuovo, o l’ultimo addirittura? e ci è stato risposto di no, che tutto il lavoro fatto in due anni è stato riconosciuto per quello che è, ovvero un buon lavoro, bene fatto, utile, e forse necessario (secondo noi di DC, sicuramente necessario), in questo luogo, in questa terra difficile (dove all’inizio alcuni poco intuitivi ci hanno contrastati con il legno delle teste -che ora si sciolgono), perchè essa continui a vivere e ad andare, e non a morire ed a stare. ecco perchè il giorno dopo siamo andati a trovare l’assessore torrenti, a porcia: per chiedere se si voglia davvero andare avanti. c’era molta gente vendre a casso, e varia: gli ospiti-relatori tutti, ognuno dei quali ha fornito la propria prospettiva su questi due concetti, non sempre in accordo, non sempre reciproci: cultura e territorio. il territorio, qui, è la montagna, e di quella abbiamo parlato, sebbene diversi dei ragionamenti proposti fossero più generali, o generalizzabili. si è parlato dunque, in tre ore buone, di molte cose, tra cui: montagna, territorio, cultura, socialità e socializzazione dei processi avviati, impresa (come sostantivo femminile, e come participio passato), arte, creatività, coraggio e spirito dell’uomo, che può secernere cultura, unico lui tra gli animali; progetto culturale, impresa culturale, cultura-sempre-un’impresa, stimolazione, innesco, rigenerazione, idea quale sinonimo di massima concretezza, pericolosità dell’omologazione, nella proposta, nelle fruizioni, nel pensiero, nell’azione, e poi necessità dell’azione, e della stupefazione (della capacità d’essere ancora stupefatti: non di stupefare!); necessità delle strategie, e della partecipazione; necessità dell’innovazione, e della tradizione (che coincidono: ogni tradizione è il deposito, intermedio o finale, di un’innovazione rivoluzionaria, attuata da un uomo capace di generare qualità, nell’idea concretante); memoria e proiezione; memoria e passività; memoria rigenerata e memoria paralizzante; antropologia dei luoghi, funzionalità delle prassi rigeneratrici, superfluità dell’arte come paramento, dannosità dell’arte come tutankhamonizzazione dell’universo (proponiamo un passaggio, forse chiarificatore, per il “generatore automatico di titoli di mostre goldiniane”: www.finestresullarte.info/272n_vi-presentiamo-generatore-automatico-titoli-mostre-goldiniane.php9), e altre mille cose, tra cui il senso della pietra, e di una coperta del 1958, sulla quale corre un cane, che ha sei zampe, senza essere futurista. o forse lo è. tra i molti che c’erano, e che si mescolavano (si vedevano alle volte le idee tracciare l’aria in sciami, aria finalmente CALDA, sopra alle teste degli oratori implacabili) e che han resistito fino al buffet finale (grazie, tra gli altri, ad acqua dolomia, salumificio lebon, birra dolomiti, vini biasiotto), eccone alcuni qui, le genti della montagna: il presidente del cai regione friuli venezia giulia, e di pordenone; diversi sindaci della valcellina, e il sindaco di forni di sopra; l’ottima squadra della provincia di pordenone; il direttore commerciale della tabacco, dolomiti project, chefare, altri osservatori, studenti, progettisti culturali, direttori artistici, alcuni uomini di casso, tra cui marcello e germano, e poi il gruppo di dc, naturalmente, con me (g), veronica, alice, simone, anna, giacomo, paolo: che per due anni, abbiamo tenuto su tutto, con le nostre idee, forze, mani (e con debora, romina, susy, francesca, giulia, e tutti gli altri). a breve disponibile il testo integrale della conferenza.