marta allegri/interventi a casso


marta allegri
 
interventi a casso, 2014-2015 

Giorno di festa, rete metallica pietre, 175×105 cm, 2014
(allestito nel borgo di Casso)

All’ombra del Monte Toc, rete metallica e pietre, 3,40×3,70 mt, 2014
(allestito nel borgo di Casso)

Riparare, rete metallica pietre calcinacci, 70×70 cm, 2014
(allestito nel borgo di Casso)

In Vaso, rete metallica, 20x 20 cm, 2014
(allestito presso lo Spazio di Casso)

Dall’esagono al pentagono. (Fragile), rete metallica pietre vetri, 85 cm, 2014
(allestito presso lo Spazio di Casso)

 

Tre interventi sui muri di Casso
Materiali: rete esagonale, sassi e ciottoli,

“Quando sono arrivata a Casso la prima volta mi sono sentita in un luogo che mi apparteneva, è strano ma questa è la sensazione più forte che provo anche ora, non c’è niente di mio, ma quel tipo di case alte e strette, fatte di pietre, e quegli stradiccioli stretti anch’essi,  in cui ogni volta mi sembra di perdermi in un piccolo ma intricato labirinto, manifestano un carattere forte e chiuso ma anche timido e riservato, rigoroso, che mi sento di condividere. Un paese quasi integro ma vuoto in equilibrio sulla montagna.
Ho dovuto in un primo momento quasi disintossicarmi dalle mie case in mattoni della pianura padana, sulle quali già da diversi anni sto lavorando. Ed è per questa ragione che le pietre, che sono la materia prima di tutto il paese, non hanno subito catturato la mia attenzione.
Pietre, dalla montagna alle case.
Pietre lavorate in tutti i modi possibili, per rispondere alle varie funzioni, tetti, scale, finestre, strade,  fontane.
Sono tornata più volte a Casso e salendo la strada per raggiungere il paese osservavo queste reti a maglia esagonale fissate alla montagna per trattenere i sassi, erano ovunque, di varie dimensioni e forme. 
In passato avevo lavorato per molti anni con delle reti metalliche simili a queste,  cercavo, attraverso un  lavoro lento e ripetitivo, di recuperare le azioni svolte all’interno di un ambiente domestico privato.  
La  parola decorazione è generalmente intesa secondo un significato negativo; io mi ero annotata questa definizione, di cui ho perso la fonte: 
Decorazione, Primo alfabeto del pensiero alle prese con lo spazio
Mi piace molto pensare  all’origine delle cose.

Ho lavorato in studio e non a Casso ma ho avuto molto tempo a disposizione.

I primi piccoli sassi di Casso me li ha portati Eva, che è stata in gita con la scuola e mi ha raccontato della loro fragilità. Stavo in quel periodo tagliando e piegando queste reti più grosse per farne dei teli rettangolari, i sassi sono entrati a far parte di queste trame in modo naturale.
Sassi  come pietre preziose,  trattenute  al  centro di forme circolari.
E così sono venuti altri viaggi, per raccogliere altri sassi. Pensavo ai teli che si espongono fuori dalle finestre nei giorni di festa per abbellire il paese, per questo  ho pensato ad un tempo di esposizione limitato. Questi lavori rimarranno in opera solo fino alla fine dell’estate. Nella scelta dei luoghi ho cercato delle pareti con intonaco, alla fine tutti e tre gli spazi  hanno una caratteristica comune, sono in una fase di trasformazione congelata nel tempo, è come se fossero in attesa.
Tre situazioni diverse: uno spazio privato e chiuso (accessibile solo il giorno dell’inaugurazione), una porta-finestra murata, il muro laterale di una casa.  Tre lavori poco visibili, entrano nel paese senza fare troppo rumore.
All’Ombra del Monte Toc, il lavoro più grande, fissato sulla parete di una casa, sul sentiero in cima al paese, a causa della sua esposizione alla luce oscillerà tra visibile e invisibile.

Si ringraziano gli abitanti di Casso, che hanno reso possibile la performance, accogliendo l’arte contemporanea tra le pietre del proprio paese.
 Grazie in particolare a Marcello Mazzucco, Luigina Mazzucco, Paola Canzan, Debora Manarin, Delfino Manarin.

 

opere presentate in occasione di 
vajont 2015 – progetti 
casso 
2 maggio 2015

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