Paper Weight, Opening 11 settembre, le foto in Cartiera a Vas
A Vas il cielo di cemento dell’hangar dell’ex Cartiera ha preso forma nella luce, iersera, durante l’opening di Paper weight, progetto di Elena Carozzi, Beatrice Meoni, Phillippa Peckam, Maja Thommen, Silvia Vendramel, a misurare ancora il peso d’una carta mai morta (anche grazie al partner Paper&People con Repap: spettacolari gli innesti della carta-di-roccia negli spazi dell’ex opificio).
Il primo cantiere di DC a Vas si è mosso, e ne verranno degli altri, già nelle prossime settimane, e scommettiamo ancora anche in futuro, già da ora.
Il lavoro delle artiste è riuscito chiaro, misurato, poetico, potente. Equilibrio di potenza, nella ripartizione delle energie, nella loro distribuzione e portata, simile a quella dei corsi d’acqua che scorrono dentro al corpo del complesso, crosciando all’orecchio dei locali sotterranei, appena oltre i muri umnidi, spessi (Paper weight un flusso d’acque distinte, in ruscellazione sottile, per corsi e rivoli e polle plastiche risorgive, nelle estroflessioni a gesso sui muri, nelle intermittenze stalagmitiche cementizie che ritmano il grande orto interno del padiglione principale).
Cinque artiste, ognuna di loro dotata di una spiccata e peculiare personalità, non facile trovar continuamente la misura del rapporto reciproco, nel periodo intenso di lavoro-residenza nel cantiere spaziale di Vas, e nemmeno la misura del rapporto nei lavori condivisi, in una continua dialettica guerra, che alla fine ha trovato un momento di riposo-equilibrio nelle tensioni accomodate, nei colloqui con tracce presiestenti, rumori, squarci e scorci, con i paesaggi tutti di questa ampia tolda, rispazzata da un vento nuovo, che si è ben sentito iersera, là nella coffa di lacharta, e poi tutto dentro e intorno e giù, nello stomaco della creatura risvegliata, che ci ha digeriti, e forse covati ancora, immaginiamo proprio di sì, cova biunivoca dunque. C’erano le persone, i progettisti culturali, gli archeologi industriali, gli artisti ed i curatori, gli amministratori, e i proprietari delle parti, pubblica e privata, del complesso diviso, e diversi altri osservatori interessati: che è delle reti che posson vivere i progetti, e farsi strutturali, e non degli eventi. Infatti, quello di ieri non è stato un evento. Né una salva. Ne parleremo ancora, presto.
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