Alessandro Sambini/Grand Tour

Alessandro Sambini

Grand Tour, 2017, performance e display, pittori della provincia di Belluno ed espositori in legno.
Grand Tour, 2017, intruso, pietra dolomitica stampata, 95x65x260 cm.

Alessandro Sambini fa un grande lavoro di rete, in Fuocoapesaggio, un lavoro che attrezza una serie di relazioni, concettuali, estetiche, sociali, morali, politiche.
Il suo Grand Tour è una chiamata, un appello, un laboratorio d’interazione con l’oggetto. Il Forte è una cosa, un oggetto fisico tangibile, oltreché un contenitore di storia. Semplicemente in quanto oggetto, esso mette in gioco gli uomini, che si relazionano con esso. Alcuni uomini dipingono: ecco i rappresentatori.
Sambini ha cercato, e coinvolto nel proprio lavoro, una ventina di pittori cadorini e bellunesi, ognuno dei quali, a partire dal giorno dell’Opening di Fuocoapaesaggio, dipinge il Forte di Monte Ricco, facendone il ritratto.
Le opere vengono poi progressivamente installate in una delle saletta del Forte, dove trovano posto le une accanto alle altre. Ecco il Capriccio, e la visione corale sull’oggetto rappresentato, e una socialità portata e coinvolta, da un artista contemporaneo, in un progetto immerso nel territorio, che lo rimesta.
All’esterno del Forte, c’è poi un volume chiaro.
Un Intruso, vicino all’ingresso.
Si tratta di un manufatto stampato con tecnologia 3D da D-Shape, partner di Dolomiti Contemporanee.
D-Shape stampa con sabbia dolomitica, attraverso un processo di stratificazione che ricorda lo stesso farsi delle Dolomiti.
In realtà l’oggetto fa parte di un progetto difensivo innovativo, sviluppato dall’azienda per il Ministero della Difesa.  L’Intruso del Grand Tour è un esperimento tecnologico, il “mattone” di un bunker che dovrebbe proteggere persone o siti culturali in zone di guerra (Iraq).

Realtà contra rappresentazione
Viviamo in un momento storico in cui la realtà è stata completamente surclassata dalla sua rappresentazione. È il caso dell’attacco in Iraq nei primi anni 2000 dopo il famoso discorso di Colin Powell al consiglio di sicurezza dell’ONU. Del recente attacco da parte degli Stati Uniti al regime di Assad (primavera 2017) o delle reazioni globali di contrasto al riscaldamento globale. Rappresentazione contra verità. Siamo costantemente messi in crisi dalla possibilità che ciò che stiamo guardando possa esser falso, che ci possa essere una distanza ontologica tra ciò che è visibile, la descrizione che lo accompagna e ciò che l’oggetto in effetti rappresenta.

I Capricci
Il Capriccio è un genere della rappresentazione pittorica, assai usato durante Manierismo, Barocco e Rococò, a seguito di una tendenza culturale che individuava nelle rovine un dispositivo di conservazione della memoria dell’umanità. Seppur collocate in una dimensione metafisica, i pittori decidevano di inserire questi architetture all’interno delle loro vedute come se fossero realmente state lì, davanti ai loro occhi. In effetti non era inusuale trovare rovine dei tempi passati realmente mescolarsi con edifici e paesaggi circostanti nella quotidianità.

Ricostruire Palmyra
Sono molte oggi le possibilità di ri-assemblare parti rotte, fin dalle polveri. Attraverso la stampa 3D è possibile utilizzare queste polveri (ad esempio provenienti da un manufatto distrutto) per formare un materiale nuovo che verrà utilizzato per stampare un edificio o una copia di un manufatto. Questo è quello che si vorrebbe fare con Palmyra. D-Shape ha già stampato una riproduzione del celebre Arco di Palmyra, abbattuto dall’Isis.

I pittori locali coinvolti in Grand Tour:
Silvana De Cassai, Walter Savio, Mauro Dell’Anna, Roberto Leccese, Anna Maccagnan, Giuliana Cecchin, Lina De Demo, Carlo De Lorenzo, Ernesto Da Prà, Andrea Costa, Olga Riva Piller, Roberto Gheno Mancino, Giusto De Bettin, Evelina Reolon.

si ringraziano i partner D-Shape e, Falegnameria Pietro Andreotta Borca di CadoreDB Group per il supporto alla realizzazione dell’opera ed il trasporto.

opere in:
Fuocoapaesaggio
a cura di Gianluca D’Incà Levis e Giovanna Repetto
Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore (Bl)
20 maggio – 30 settembre 2017

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