10 ottobre 2024
5 luglio 2024
9 giugno 2024
22 maggio 2024
22 aprile 2024
18 aprile 2024
16 novembre 2023
12 luglio 2023
22 giugno 2023
6 febbraio 2023
Il Patrimonio storico d’architettura salvato da Fondazione Cariverona nel bellunese: un’idea per metterlo in rete
Il Museo Diocesano di Feltre è stato inaugurato la scorsa primavera (2018), dopo un importante ampliamento e un lungo, straordinario restauro.
Fondazione Cariverona ha contribuito in modo fondamentale a questo recupero: qui come a Belluno (Museo Civico Palazzo Fulcis, Palazzo Bembo) e a Pieve di Cadore (Forte di Monte Ricco).
Risplende il Patrimonio salvato: come valorizzarlo compiutamente?
Il Museo funziona: è nuovo, la gente ci va.
E quanto funziona? Come si anima una struttura dotata di una ragguardevole Collezione? La Collezione è sufficiente? Come si manifesta, come parla, la Collezione, e a chi?
Nel pomeriggio di mercoledì scorso, eravamo in due, al Diocesano.
Pensa, ragiona.
Qui nella foto, una stele litica, probabilmente d’epoca altomedievale, forse parte d’un pluteo o balaustra. Rinvenuta nel XIX secolo, ignota la provenienza, ora esposta in quelle che furon le cantine del Palazzo dei Vescovi.
Il bestiario sorprende: inquietanti i tratti delle fisiologie animali, arti e artigli e becchi e fauci e code e corni e profili e capigliature come in danza fiammeggianti, in diabolica, rapace, atopica sospensione.
Danza dannata di satiri e draghi e cervi e bestie spaventose, abaco delle terribilità, stile del monito?
La zoologia sacra, tradizionalmente, non esclude l’inquieto, il sensuale e l’oscuro: figure divampanti, adunchi i profili, grottesche, strane, bizzarre, aliene, grifagne e striscianti e urlanti e latranti e bercianti.
Nel pomeriggio di mercoledì scorso, eravamo in due, al Diocesano.
Pensa, ragiona.
Pensiamo al Contemporaneo, come vettore, spazio dell’interazione culturale, pratica critica e rimescolatrice, dei temi e delle epoche, nella Cura vivificante, nello sguardo dell’artista vivo che perfora le teche, ravvivandone i contenuti, sui quali sempre è necessario lavorare.
Il Contemporaneo è un metodo plastico della collaborazione culturale: collaborazione tra le cose e le essenze; tra lo Spazio (concettuale, culturale) e gli spazi (fisici); tra gli spazi e l’Eredità; tra l’identità di spazi e Musei, i modelli della gestione, della ricerca e della pratica, e la pianificazione dell’uso e della valorizzazione ottimale della risorsa che essi costituiscono per la cultura e per il territorio.
Le reti attive e le reazioni effettive (non basta dichiararle), che si attivano tra i Musei e gli enti, scongiurano il pericolo della dispersione e frammentazione. I contenuti, le collezioni, le politiche unitive si attuano nell’uso e nelle pratiche, attraverso progetti aperti e condivisi.
Pensiamo ad esempio a Tiziano Contemporaneo: un progetto che abbiamo lanciato nel 2017/2018 a Pieve di Cadore, al Forte di Monte Ricco, che porteremo avanti in molte altre sedi e Paesi, e che avrebbe molto senso diffondere anche nella Provincia di Belluno – al Fulcis e al Diocesano in primis – in un elementare accordo (pare a noi) tra la disponibilità della risorsa (Tiziano Vecellio) e la sua coltivazione, culturale e strategica.
Qui un altro esempio concreto di interazione efficace tra i contenuti di collezione e il contemporaneo, con l’artista Elena Mazzi al Museo paleontologico rinaldo zardini di cortina d’ampezzo (2013).
–
Museo Diocesano di Feltre: www.museodiocesanobellunof
Fondazione Cariverona e il Contemporaneo a Monte Ricco: www.fondazionecariverona.o
Tiziano Contemporaneo: www.dolomiticontemporanee.