il video e le foto dell’opening delle nuove mostre a cas
Sabato 3 agosto 2019 abbiamo (finalmente) riaperto il Nuovo Spazio Di Casso, con due nuove mostre, una delle quali, Sentieri non-euclidei, ha avuto una gestazione lunga e troppo complessa.
L’avremmo voluta già per l’estate 2018, ma quell’estate se ne volò via: e non certo a causa nostra, che eravamo pronti e decisi: come sempre.
qui il video dell’opening.
Ma insomma, ringraziamo il Comune di Erto e Casso, e il nostro Sindaco Fernando Carrara (e il Sindaco che per primo ci volle nel Vajont, Luciano Pezzin), e la Regione Friuli-Venezia Giulia, che, con la Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche Servizio biodiversita, son sempre al nostro fianco.
E però questa sofferta apertura c’è stata ed è venuta bene: tra sabato e domenica, oltre duecento persone son venute a Cas.
Le mostre sono due. Oltre alla bipersonale di Alberto Scodro e Mirko Baricchi, curata da Daniele Capra, fino al 29 settembre, lo Spazio ospita una seconda esposizione, Fibra flessa (schianta l’uomo non il bosco), che è un pezzo del Cantierdivaia di Dolomiti Contemporanee.
Cantieredivaia è un vasto progetto di ricerca che connette il territorio, l’evento distruttivo d’ottobre 2018, gli abitatori della montagna colpita, e chi sa e vuole averne cura: enti, tecnici, e noi stessi: noi con la cura attenta del contemporaneo, strumento critico delle rigenerazione, culturale e territoriale.
Non ci sono molti soggetti in grado di mettere insieme due mostre così diverse, evitando stridii e compromissioni, e questo va detto.
Una mostra plastica, fatta di scultura e pittura.
E un’altra mostra che è un pezzo d’un apparato complesso e strutturato, come spesso sono gli apparati ideati e costruiti da DC, per indagare i territori, entrarvi, comprenderli, coltivarli.
Perché ci riusciamo?
Perché siamo presenti e decisi (senza alcuna fretta), con le idee chiare ben piantate nella testa mobile.
Ci riusciamo perché sappiamo dove siamo, siamo dove vogliamo, e qui dove sappiamo stare sappiamo pure accogliere e introdurre.
E infatti c’era un pubblico vasto, sabato.
Quello dell’arte contemporanea, con gli artisti, i curatori, i galleristi.
C’erano i cassani.
C’erano gli esploratori di Vaia.
C’era chi ascoltava Enrico Coniglio, portato da Fabrizio De Bon e Ecoacustica, col suo lavoro sul digrignare dei venti (The grand parade of hostile winds), che andava per l’arie dalla passerella slanciata al Toc.
C’erano i nostri partner, che ringraziamo tutti.
Qui alcune foto dell’opening (di Cinzia Gallina e Nicola Noro e Daniele Capra).
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