manuele cerutti/lucidità …
manuele cerutti
lucidità…
due pitture e cinque disegni, tecniche varie, dimensioni variabili, 2011
L’Azimut di Manuele Cerutti, senza ombra di dubbio, volge verso le alte sfere celesti. Parte da un angolino insignificante e punta allo zenit. Senza fretta. Il suo percorso è imperniato su una sublimazione di stati d’inconscio, del perturbante uniti alla ricerca della fonte primordiale di un’energia statica. La pietra non è altro che un microcosmo densissimo che gode di una concezione temporale dilatata rispetto all’uomo, così fragile ed effimero al suo confronto. Memento mori d’eccezionale raffinatezza, la pietra sembra quasi non appartenere a questo mondo, ma c’è, e sta lì, anche se è una semplice Pietra senza nome. Non ci considera perché la nostra presenza nella sua dimensione cronologica non può imprimersi in alcun modo. Siamo al pari di un filo d’erba. Che si tratti di roccia, marmo, fossile, meteorite, ciascuna pietra custodisce una potenza dentro di sé, immobile e imperitura. La pittura è impeccabile e dichiaratamente non finita, fluida ed equilibrata. Cerutti si limita a mostrare solo ciò che risulta necessario ad una corretta lettura dell’opera. Quello che manca sembra essere evaporato dalla tela e attrae il nostro occhio, tormentato da quella carenza di un solo Mezzocane o dall’assenza di In and out of myself. Il traballante mondo dei suoi lavori ci cristallizza in un limbo oscuro, misterioso, con inspiegabile gradevolezza. Siamo consci di vivere un annullamento esperienziale a favore di un abbandono endemico verso pure proiezioni fantasmatiche. Fradici di uno stato di magica sospensione, i dipinti di Cerutti sembrano glorificare quell’attimo in cui le forze e gli equilibri si trovano a pari potenze e, per questo, si annullano l’una con l’altra in un equivoco stato di calma apparente. Come quel secondo in cui il pendolo indugia prima di tornare indietro, sospeso tra spinta meccanica e gravità, o come quell’inquietante attimo di riposo tra un’espirazione e il respiro successivo… (alice ginaldi)
opera inserita in
azimut
a cura di alice ginaldi
sass muss, padiglione pavione
17 settembre – 16 0ttobre 2011
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