giorgio barrera/invisibile (su vaia)
Invisibile #1, Borca di Cadore, 4k, durata: 4’ 44”
Invisibile #2, Val Visvende, 4k, durata: 3’ 58”
Ciò che è invisibile può manifestarsi in forme molto diverse da quelle che siamo abituati ad immaginare: Vaia si è mostrata con la distruzione ma non riusciamo ad immaginarla visivamente nel momento in cui correva fra le valli sotto masse d’aria calda.
Compiacimento, soddisfazione, emulazione, pornografia, godimento e aspettative generate dalle immagini tecniche sono le cose che rifuggo e che spesso in un certo senso combatto con i miei lavori che solo apparentemente sono privi di narrazioni forti.
Entrambi i video pongono riflessioni sulla traduzione per immagini di eventi drammatici e traumatici. Non sono immagini per lo spettatore bulimiconico o pornoiconico, che ne rimarrà deluso. I video vogliono essere infatti una sorta di contraccezione, sono dispositivi anticoncezionali creati per prevenire il concepimento o la moltiplicazione di un immaginario ovvio e sfacciato. Semmai ne creano un altro interiore.
La riflessione si risolve quindi attraverso una simbolica e volontaria diminuzione ed interruzione della mostrazione del disastro. Nei video convivono dunque immagini reali e descrittive di luoghi interessati dalla tempesta che idealmente mostrano una sorta di durante l’uno e un dopo l’altro.
La tenda invisibile
Sono sempre stato interessato e colpito da quella ambigua inquietudine che nel quotidiano si cela nelle azioni e nelle cose banali. Il telone azzurro che si muove posseduto da qualcosa, è solo abitato da una forza d’aria invisibile che lo anima e che con le sue forme ed i suoi suoni quasi ipnotizza. Vaia è stato soprattutto un vento dotato di una forza devastatrice che si è mostrato, per chi non lo ha vissuto, solo per ciò che ha lasciato dopo di sé. Chi non lo ha vissuto, guardando questo telone agganciato ad una villetta colpita dalla tempesta, può almeno immaginare la scala della sua forza vedendolo rimbalzare da una parte all’altra prendere direzioni improvvise, sorprendere, alzarsi, abbassarsi e rivelare che l’aria esiste in tutti gli spazi non occupati da ciò che è solido ed ha, a sua volta, infinite sembianze.
Le vacche al bosco
Questo video è stato realizzato nella Val Visdende, etimologicamente il suo nome può essere ricondotto al latino vallis videnda ovvero “valle che merita di essere vista” ma anche dal tedesco Wieste Ende ovvero “prato di confine”. Nel video insistono l’elemento del prato, il confine del bosco e qualcosa che attendiamo di vedere. Aspettiamo che il suono si trasformi in oggetto visibile, ovvero ci aspettiamo di vedere ciò che genera questo suono che ci giunge dal bosco e che aumenta di intensità col passare dei minuti e che si avvicina, trattenendoci nell’attesa del finale che ci appaga e vorremmo vedere.
qui un trailer sul progetto invisibile in cantieredivaia:
opera in:
fibra flessa (schianta l’uomo non il bosco)
a cura di gianluca d’incà levis
nuovo spazio di casso
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