la legròsega pandùda – andrea grotto, casso, 2013
La legrosega panduda
performance di Andrea Grotto
Si è conclusa domenica 8 settembre 2013, la mostra Roccedimenti. Fatte, non finite, le nature contemporanee, inaugurata lo scorso 6 luglio nel Nuovo Spazio espositivo di Casso. In occasione del finissage, alle ore 19.00, si è svolta la performance dal titolo La legròsega pandùda, dell’artista Andrea Grotto. Il main space del primo piano, si è presentato al pubblico in un allestimento scenografico inedito. Saturo di una nebbia densa, che impediva di riconoscere lo spazio, generando un senso di disorientamento e impedendo di intendere cosa avveniva al centro della sala. Mentre ci si avviava al crepuscolo, all’interno una luce potente ha attraversato la bianca coltre mobile, accendendola, e illuminando una strana sagoma mostruosa, solo in parte riconoscibile, e solo a tratti. La figura cupa e deforme, essere fantastico, in parte donna, in parte animale, insieme composito di materiali grezzi, stracci, pelle, cuoio, campanellini, fiore, e sovrastato da un doppio palco di corna, si stagliava nello spazio, semisepolta nella nebbia, o come generata da essa. La legròsega è un personaggio mitico, protagonista di un’antica storia del folklore cassano. Una donna terribile, gambe di capra, che viene nel buio, a spaventare i bimbi. Una proiezione fantastica, che si materializza a partire dal nero, e dalla mente, temibile fantasma e monito. L’ombra di questa creatura così poco rassicurante, ibrido strega, investita dai getti di luce, ha disegnato le pareti, dilatandosi, espandendosi. Poi la nebbia ha iniziato a diradarsi, e la figura è venuta svelandosi. Pandùdo, in dialetto cassano, significa disvelato, smascherato. La sagoma si è precisata, le persone, avvicinandosi, hanno potuto riconoscerla, guardarla da vicino, toccarla. Ed hanno visto. Scomparsa la nebbia, non rimaneva più alcun mostro. Un fantoccio, un accrocchio di pezzi, materiali disparati, parti, stava appeso ad un palo metallico. Le gran corna, corna d’animali morti, come i brandelli di pelle, pelliccia, e tutti gli altri oggetti. Una strana marionetta, costume e maschera. Nessuna più ombra paurosa proiettata, solo un ammasso inerme d’oggetti, immobile. Ecco il riconoscimento finale, l’agnizione. La legròsega rivelata.
qui il video della performance.
Ricordiamo che rimangono visitabili, fino al 29 settembre prossimo, le mostre che Dolomiti Contemporanee ha allestito presso il Castello di Andraz (et un’oseliera et non vi è) e il Museo Paleontologico di Cortina d’Ampezzo (La cura dello sguardo). La prossima esposizione a Casso, dal titolo Upokeimenon, sarà inaugurata invece il prossimo sabato 21 settembre.
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