upokeimenon (sott’acque) Trieste
La mostra Upokeimenon (sott’acque) si completa attraverso la sezione triestina dislocata all’interno dell’Aquario Marino. La collaborazione tra Dolomiti Contemporanee e il Comune di Trieste nell’ambito di Trieste Next ha condotto alla realizzazione di quest’evento inserito nel palinsesto di Next Off. In tal modo, attraverso gli interventi di Daniela Di Maro e Dimitri Giannina, alcuni elementi propri della cultura montana dolomitica vengono portati a contatto altri che caratterizzano l’identità della città marittima.
Alle ore 17.00 di sabato 28 settembre, la mostra è stata presentata all’esterno dell’Aquario Marino (Molo Pescheria 2 – 34123 Trieste). Subito a seguire, all’interno dell’Aquario, al pianterreno, si è svolta la performance di Dimitri Giannina dal titolo H2-ON, che ha preso spunto dalla storia del Pinguino Marco. Un’installazione rimarrà quindi in opera nelle settimane successive.
Il lavoro di Daniela Di Maro trova posto al primo piano dell’Aquario, quello del Rettilario. Esso si svolge tra video ed installazione, e riprende il titolo dell’opera già presentata a Casso: Principio di sospensione, part 2.
“Si può credere che esista il tempo? E si può credere che questo possa fermarsi? Attraverso un percorso empatico, a metà tra esplorazioni e visioni oniriche, l’immagine ed il suono si formano. E, attraverso l’acqua, la vita ritorna. In questo Aquario, al cui interno il tempo sembra essersi fermato, lo spazio viene riattivato dal corpo dell’artista riportando così in vita la memoria delle creature. Nel video l’artista racconta una storia, una concretizzazione visiva e parte allargata di quel frammento esposto nel Nuovo Spazio di Casso.”
Artisti in mostra:
Trieste: Daniela Di Maro, Dimitri Giannina.
Casso: Francesca Banchelli, Antonio Bardino, T-Yong Chung, Arnold Mario Dall’O, Nebojsa Despotovic, Daniela Di Maro, Francesco Fossati, Michele Gabriele, Dimitri Giannina, Silvia Vendramel, Enrico Vezzi, Willy Verginer, Jonathan Vivacqua.
Partner culturali: Trieste Next, Naba Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, Servizio Musei Scientifici Trieste, Museo degli Zattieri di Codissago, Libreria Tarantola Belluno.
Patrocini: Fondazione Dolomiti Unesco, Provincia di Pordenone, Comune di Erto e Casso, Comune di Castellavazzo.
Enti sostenitori: Comune di Trieste.
Gallerie: Boccanera Arte Contemporanea Trento, Galleria Cart Monza.
Partner: DB Group, Acqua Dolomia, Arredamenti Navali Milano, Giovanni Scafuro Handesigner, Fratelli Sala, D’Incà & c., Enel, Cuprum Elettromeccanica, De Bona Motors, Assicurazioni Generali, Librerie Alessandro Tarantola, Eolo, Sips Italia, Lattebusche, Lomax, Impresa Artecos, Tabacco, Conte D’Attimis Maniago, Segheria Angelo Grava Claut, Cason Marmi, Nuovi Progetti, Carpenterie Metalliche Triches, Dolomite, Salewa, Gioc Hotel, Procaffè, Birra Dolomiti, Vipa Ristorazione, V.D.R., Lèbon, Lobster Apparel, Markershop Treviso.
Staff: Assistente: Veronica Mazzucco. Allestimento e gestione Spazio espositivo di Casso: Debora Manarin. Foto: Giacomo De Donà. Video: Paolo Dal Pont, Michèl Salgado. Altri collaboratori: Susy Bigontina, Karin Casaril.
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Info:
Civico Aquario Marino di Trieste
Molo Pescheria 2
34123 Trieste
sportellonatura@comune.trieste.it
tel. +39 040 3220520
Nuovo Spazio espositivo di Casso
Via Sant’Antoni n.1
33080 Casso (Erto e Casso – Pn).
Dolomiti Contemporanee
info@dolomiticontemporanee.net
press@dolomiticontemporanee.net
tel. +39 0427 666068
Orari di mostra:
Civico Aquario Marino di Trieste
dal martedì alla domenica
09.00-19.00
chiuso il lunedì
Nuovo Spazio espositivo di Casso
dal martedì alla domenica
10.00-12.30/15.00-19.00
chiuso il lunedì
www.dolomiticontemporanee.net
www.triestenext.it
www.lapiave.org
photogallery dell’opening a trieste
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Upokeimenon (sott’acque).
Una mostra sull’acqua, a Casso, nelle Dolomiti. Che spinge alcuni rami liquidi fuori dallo Spazio, come dardi, a ovest, a est. Un prodromo, sulla Piave, a Codissago, con Gli essere viventi, immersi ne La Piave; e un seguito, nel Civico Aquario Marino di Trieste, tra i pesci adriatici, la gran cernia transessual-proterandrica che fa l’aeromassaggio in vasca, il fantasma di Marco pinguino postale, i rettili, il peep-show su Kounellis, la Torre dell’orologio, che fa 100 anni, e non suona più alcun tempo, per ora.
Quest’acqua si genera dal Nuovo Spazio di Casso, ecco la fonte. E’ un’acqua che viene da dentro, che sta sotto, spinge per emergere. Non dal cielo, non vom Himmel kommt es. Un’acqua principio primo, elemento fondativo, struttura di materia e movimento, arché. Le Dolomiti stesse, non sono altro che una scogliera corallina, sedimento marino, habitat acquatico, fattosi solido e corrugatosi, nelle verticalità che ora esploriamo. Le acque dure, che si sono alzate, ora le si scala, nelle tute argentate. Non un’acqua: le acque. Come i miti generativi, e come pure le esperienze poetiche, l’acqua è polisemica, ecco il plurale, e tutta una serie di possibili declinazioni, come racconti aperti, che non sempre stillano, e non sempre è fluido il loro scorrere. Sotto ad un cielo ouranos, gaia mette pontos. Da cui, flutti fervidi, fluidi flutti. E flutto ebbro, che anche la putrescenza scioglie in liquido. Ed ivi pròspera: on his bones are coral made. L’acqua che è sopra: la luce ne riflette la superficie; quella che è sotto: buio giacimento sotterraneo; che rimescola, e conduce; che copre, attraversa, percuote la solida terra, e, insomma, la pervade, per ogni parte. Ma, innanzitutto, la cresce, da sotto. Che trasmette, e scorre, come sabbia in clessidra, come molecola di tempo.
E, anche, vi si sprofonda: oppure: vi si galleggia; galleggiando sulla superficie tra il reale e l’immaginario, tra ciò che giunge a noi dall’esterno e ciò che giunge a noi dall’intimo: ovvero, acqua che fonda, in cui non si affonda, ed ecco gli uomini a cerchio ai ginocchi immersi nel rito lavacro; le acque interne.
L’acqua che ancora di sotto fonda, o scava, la roccia, e distrugge, porta la frana, erode e precipita, eleva e battezza. Death by water (a current under see). E l’uomo stesso, che è tutto un groviglio di radici assetate. Acqua buona, o acqua pesante: acqua che non solo nutre, umido nutrimento, è alle volte strumento d’inganno, come per la furba comare, che distrae la legròsega, rifilandole ceste forate; e poi le orme ghiacciate, per segni chiusi congelati, anche nella mente: l’assurda insistenza nel chiedere acqua, tanto ovvia per k, apre ed allarga un lago vasto, smisurato, ed estraneo, nella mente e nello spirito: l’annegamento, dal padre, alla lettera.
I segni che l’acqua lascia, sulle cose, o che porta dentro alle cose (nella palla d’acqua). Generando abnormi molluschi, ad esempio, che invadono lo spazio, ripopolandolo. O i fossili erti, che fan la montagna, erti come i ferri di via, che fa giù la montagna. Il vincolo liquido, e le densità dell’elemento. Nelle sue forme, e diffusioni: altipiani lacustri e terrazze d’acqua, lago e specchio, stagni e polle, e anche fossi e buche immotate, e intere praterie e brughiere allagate, e i bracci e i mille, settemila, rami fluviali e corsi, e tutto il reticolo esile azzurro di segni, vascolarizzazione di gaia, come pure le mappe d’annegamenti e cimiteri marini, aquari traslucenti e il respiro delle masse d’oceano, lacrime e piscia, vino e sperma.
Il contemporaneo (come talete), elabora il mito, gli apre lo stomaco, lo ricarica; quel che sta sotto, è la sostanza, l’essenza, ousia: e viene portato fuori. Se la terra galleggia sull’acqua, l’acqua galleggia sul senso ripescato, dell’acqua; e allora, tutto è in aquario.
isole nella corrente: aldous huxley, l’isola; platone, teeteto; robert pirsig, lila; jean-pierre vernant, l’universo, gli dèi, gli uomini; william shakespeare, la tempesta; franz kafka, lettera al padre; gottfied benn, flutto ebbro; johann wolgang von goethe, gesang der geister uber den wassern; alvaro; e talete.
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